Isabella

Isabella ha scoperto da poco di essere affetta da endometriosi, una patologia che ha compromesso la sua intera vita. Dopo anni e anni di diagnosi sbagliate che l’hanno costretta tra le altre cose a prendere psicofarmaci completamente in modo arbitrario, adesso Isabella ha “nome e cognome”. Adesso sa con chi deve fare i conti.

L’endometriosi è una malattia che colpisce molte persone, anche se non tutti sanno di cosa si tratta. Si pensa sia una malattia che colpisce solo l’utero, quando in realtà può avere delle ripercussioni serie e gravi su altri organi, sulla vita relazionale e la salute psicologica di che ne è affetto.

Adesso che Isabella sa che mostro ha di fronte, ha deciso di intraprendere un percorso catartico di conoscenza e di dialogo con se stessa e con le altre persone che soffrono di questa patologia. Lei è una sceneggiatrice ed editor e un giorno di sana pianta ha scritto un manifesto dedicato alla sua endometriosi.

Da questo manifesto è nata una mostra, Campo minato, che si terrà a Roma questo giugno. La mostra sarà un percorso di conoscenza che attraverso diversi piani (la mostra si sviluppa in altezza) mostrerà diversi scorci su questa patologia ancora poco conosciuta, fino ad arrivare all’ultimo piano dove sarà presente l’installazione di Isabella. Uno specchio che reca le parole del manifesto in rosso, dove ciascuno può specchiarsi. La mostra è un grido d’aiuto, ma è anche una mano tesa verso chi soffre di questa patologia (o di altri dolori) e ha bisogno di riconoscersi in qualcun altro.

“Io non sono la mia endometriosi”, dice Isabella. “Ma è innegabile che sia parte di me. È innegabile che faccia parte della mia personalità in qualche modo”. Ma lei ha deciso di prendere questo dolore e di farne nascere qualcosa di bello che porti luce di speranza e consapevolezza a chi è affetto da ogni tipo di dolore, sia esso fisico o mentale.

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