Salvo

Salvo è un attore catanese trapiantato a Roma. Ha avuto diversi ruoli per il cinema e il teatro, mentre si è cimentato anche con la regia. Nonostante la grande esperienza, non ha mai smesso con la formazione personale che reputa molto importante. “Anche in Italia si stanno creando sempre più palestre per attori”, ha raccontato.

La sua esperienza nasce come per molti attori già da bambino, quando frequentando l’oratorio si era ritrovato a interpretare diversi ruoli per le recite. Ci siamo domandati se esiste uno stretto legame tra chiesa e teatro, visto che entrambi hanno un ruolo sociale e aggregativo non indifferente. Entrambi a loro modo rimescolano i valori in rituali sempre celebrativi.

Ci siamo domandati, poi, se recitare è un atto politico. “Certo”, ha detto Salvo. “Recitare è un atto politico, perché quando reciti lo fai per dare un messaggio alle persone che guardano la tua pellicola o che ti vengono a vedere in teatro”. Salvo lavora molto con l’osservazione, è particolarmente interessato ai temi sociali.

Per Salvo, la formazione è di vitale importanza per un attore, non solo perché forma i giovani aspiranti, ma anche perché è una vera e propria palestra, dove bisogna allenarsi costantemente per mantenere viva la propria arte.

Abbiamo speso anche qualche parola sulla situazione dei lavoratori d’arte durante la pandemia. È vero, i teatri e i cinema sono rimasti chiusi forse per troppo tempo. Ma se non altro, questo ha spinto a una nuova – se così si può dire – coscienza di classe. Attori e musicisti in primis stanno rivendicando la loro volontà di formare un albo. Gli attori hanno già formato un registro che è in attesa di essere rettificato.

“Quando si va a fare la carta d’identità”, ha detto Salvo, “noi capiamo che non esistiamo. Sotto la dicitura ‘professione’ c’è chi dice architetto, giudice, professore… o commercialista. Ecco, noi lì siamo sempre ‘altro’, non siamo classificati”.

Leave a comment